L'illusione di poter puntare addirittura allo scudetto si è ormai dissolta. Adesso, però, l'Atalanta rischia di perdere anche la certezza della zona Champions, conquistata con sudore e meriti in oltre metà campionato. Tre sconfitte consecutive – Inter, Fiorentina e Lazio – hanno trasformato un campanello d'allarme in una vera e propria sirena d’emergenza. La Dea, che solo poche settimane fa sembrava irraggiungibile per le inseguitrici, oggi appare fragile e vulnerabile.
SINTOMI DI UN DECLINO
Le difficoltà della squadra di Gasperini emergono in modo sempre più netto, sia dal punto di vista tecnico che fisico - scrive Il Corriere di Bergamo -. Dopo un autunno-inverno vissuto a mille all’ora, i giocatori appaiono svuotati di energie. Quella freschezza atletica, che permetteva di sorprendere gli avversari con ritmo e intensità, si è smarrita. Il calcio veloce e aggressivo che ha portato l'Atalanta a dominare per mesi si è trasformato in prevedibilità tattica. Contro la Lazio, nemmeno il passaggio al 4-4-2 con Bellanova basso e Cuadrado centrocampista ha portato novità concrete.
NERVOSISMI CHE NON POSSONO ESSERE IGNORATI
C’è poi un elemento preoccupante che esce dal rettangolo di gioco e va ad intaccare lo spogliatoio. Dopo l’annuncio dell’addio di Gasperini, previsto per la fine stagione, qualcosa dentro il gruppo sembra essersi rotto. A testimoniarlo sono i nervosismi continui, visibili in modo evidente durante l’ultima gara casalinga. Incomprensioni tattiche, discussioni in campo tra giocatori e perfino attriti con lo stesso tecnico – emblematico il caso Cuadrado, arrivato proprio per volontà del mister e ora ai ferri corti – sono sintomi di un disagio che non può più essere derubricato a semplice frustrazione del momento.
IL BISOGNO DI UN CONFRONTO
Nello spogliatoio nerazzurro ci sono 28 teste diverse, ognuna con ambizioni e prospettive future che, dopo l’annuncio di Gasperini, possono essersi complicate. È dunque fondamentale che i leader naturali del gruppo, come de Roon e Toloi, riaprano al più presto un dialogo interno. Non necessariamente negli spogliatoi, magari anche a cena, dove il confronto potrebbe risultare meno formale e più sincero. Serve recuperare quell'unità d'intenti che ha fatto la fortuna della Dea negli ultimi anni.
RITROVARE CORAGGIO E LEGGEREZZA
Questa squadra ha dimostrato più volte di avere la forza per rialzarsi dopo le difficoltà, ma adesso il tempo delle parole è terminato: servono fatti concreti. Basterebbe una scintilla, una vittoria anche sofferta e casuale, per riaccendere l'entusiasmo e recuperare quel coraggio smarrito davanti alla porta. Ma perché ciò accada, la squadra deve ritrovare serenità e determinazione, remando compatta verso l'unico obiettivo comune rimasto: difendere la Champions.
IL MOMENTO DELLA VERITÀ
L’Atalanta ha davanti sette partite per rimediare e scrivere un finale diverso a una stagione che sembrava destinata a restare nella storia. È adesso che si costruisce il futuro. È adesso che si dimostra davvero di essere una grande squadra, capace di affrontare la crisi a testa alta.
Non c'è più tempo da perdere: o si cambia ora, oppure la stagione si chiuderà con il rimpianto più amaro, quello di aver getato via da soli ciò che con fatica e talento si era guadagnato sul campo.
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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