Da terzino a libero, passando dal centrocampo e con un’apparizione da portiere in serie A ma solo per causa di forza maggiore: questo è Ambrogio Pelagalli, nato a Pieve Porto Morone il 15 febbraio del 1940.
Cresciuto nelle giovanili del Milan, debutta in Serie A proprio con i rossoneri. Nella stagione 1960-61 viene mandato a farsi le ossa a Bergamo. Con la maglia nerazzurra gioca 33 partite e diventa subito titolare. Rientra a Milano per cinque lunghe stagioni, collezionando 117 presenze e segnando un gol. Chiusa la parentesi rossonera ritorna alla corte della Dea dove resta per una sola stagione. Dopo 31 presenze e  gol si trasferta al Roma, sponda giallorossa. Un anno e un episodio che resterà per sempre nella storia del calcio. Durante la partita con il Milan, in seguito all’espulsione di Alberto Ginunfi si veste da portiere e si mostra abile anche tra i pali, evitando una facile goleada della sua squadra d'origine. Gli spettatori dell’Olimpico, ad ogni suo intervento, lasciano partire un’ovazione quasi avesse fatto gol. A fine stagione, ritorna per la terza ed ultima parentesi a Bergamo. Due anni in nerazzurro con 58 presenze complessive. All’età di 30 anni si trasferisce in Puglia, a Taranto, dove resta un triennio, poi un'appendice a Piacenza prima di chiudere con il calcio giocato nel Meda. Appesi gli scarpini al chiodo comincia la sua carriera di allenatore. Taranto, Derthona, Pergocrema, Martina, ancora Derthona, prima dell’ultima panchina sulla Vastese. Dal 2010, Pelegalli è il presidente del Derthona, squadra che milita nel campionato di Serie D.

Nell'ottobre 2015 assume il ruolo di direttore generale dell'area tecnica del Nibbiano, società piacentina militante nel girone emiliano di Promozione.

Sezione: Gli eroi della Dea / Data: Sab 13 febbraio 2021 alle 13:00
Autore: Giuseppe Opromolla
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