Era arrivato tra squilli di tromba e applausi scroscianti. Indicato come “l’uomo della rivoluzione”, Thiago Motta doveva essere il condottiero della rinnovata Juventus: giovane e bella da vedere. Dopo circa otto mesi, colui che doveva inaugurare un nuovo ciclo bianconero nel segno del “bel gioco” è rimasto invischiato in una situazione decisamente paradossale. In tanti l’hanno già abbandonato, molti lo considerano il primo responsabile di una stagione che, almeno sino ad ora, è molto vicina al fallimento più totale.
Thiago Motta va per la sua strada, provando a non curarsi delle pesanti critiche che gli stanno piovendo addosso da più parti. Difende il suo credo calcistico, le sue scelte di formazioni e ricorda a tutti che è stato chiamato per un progetto a medio/lungo termine. Nella sua testa, è importante entrare nelle prime quattro. Il resto sono chiacchiere…
In realtà, le chiacchiere si stanno trasformando in un vero tsunami che si sta abbattendo sullo stesso Thiago Motta. La sensazione è che solo un finale di campionato da urlo, quindi con vittorie convincenti, possa evitargli l’esonero a fine stagione. Come ha evidenziato benissimo Del Piero, uno che di Juventus se ne intende, il quarto posto non può essere l’obiettivo primario di una società come la Juventus ma, al massimo, il minimo indispensabile.
Thiago Motta ha tante colpe ma non è l’unico responsabile di questo momento nerissimo.
Chi ha deciso di puntare, nuovamente, su un artista del “bel gioco” non ha guardato, con attenzione, alla storia della Juventus. L’unica cosa che conta, da quelle parti, è vincere. Il come è superfluo, almeno lo era nel glorioso passato della Vecchia Signora. Maifredi, Pirlo, Sarri… Sono tanti gli allenatori che hanno tentato, invano, di cambiare i connotati di una squadra che ha un DNA preciso, probabilmente non modificabile. Sarri, ad esempio, ha anche vinto uno Scudetto, eppure ha avuto vita breve, esattamente come tutti quelli che hanno osato puntare su idee innovative, rivoluzionarie, moderne… Il tifoso, quello tradizionale, non è disposto ad aspettare tanto… Chi continua a ripetere che ci vuole tempo per un progetto simile non comprende come ragiona il tifoso bianconero… Un anno senza vincere alla Juventus equivale a 5/10 anni in qualsiasi altro top club italiano (con il massimo rispetto per gli altri top club).
Cambiare non è mai semplice e comporta tanti sacrifici ma, a volte, risulta impossibile. Alla Juventus servono allenatori solidi, concreti e, soprattutto, vincenti. Thiago Motta sta pagando il suo voler imporre un nuovo modo di pensare e agire. Ci ha provato, in qualche partita ha anche fatto vedere un ottimo calcio ma, alla fine, è rimasto solo al comando. Lui continua ad andare avanti a testa alta, difendendo le sue decisioni ma, presto, qualcuno potrebbe comunicargli che la sua avventura bianconera è giunta al capolinea. Non sarebbe il primo artista del “bel gioco” a fallire alla Juventus…
Autore: Red. TuttoAtalanta.com
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