321 minuti. È questo il tempo trascorso dall’ultimo gol nerazzurro prima del timbro di Retegui contro il Bologna. Un’eternità calcistica, interrotta da una rete che ha riportato la Dea alla vittoria casalinga dopo oltre due mesi. Prima di ieri, a Bergamo erano arrivati solo pareggi e sconfitte nel 2025. Il tabù è caduto, ma il gol, atteso come la pioggia d’estate, non basta a cancellare le inquietudini.
IL MINIMO CHE BASTA: QUATTRO TIRI, DUE GOL
Quella contro gli emiliani è stata, paradossalmente, la partita con meno tiri in porta da parte dell’Atalanta in tutta la stagione. Appena quattro. Come nello scialbo 0-0 di Udine a gennaio - analizza Pietro Serina per il Corriere di Bergamo -. Stavolta, però, due conclusioni nello specchio sono bastate a fare bottino pieno. Merito dell’efficienza, certo, ma anche di un Bologna che ha trovato un super Carnesecchi, capace di disinnescare sei tiri pericolosi. Ravaglia, invece, praticamente inoperoso: chiude senza voto. L’essenza del “massimo risultato col minimo sforzo”.
RETEGUI DA RECORD, ORA INSEGUE INZAGHI
Il protagonista assoluto è stato Mateo Retegui, tornato al gol dopo un mese di digiuno. A Bergamo non segnava da dicembre, ma con la rete lampo al 3’ ha raggiunto quota 23 gol stagionali, eguagliando il miglior Zapata del 2018/19. Il prossimo obiettivo? I 24 di Inzaghi nel 1996/97. Con 28 partecipazioni totali al gol (tra reti e assist), l’attaccante si conferma tra i bomber più produttivi nei cinque top campionati europei, dietro solo a Salah, Kean e Marmoush.
DA INDIVIDUALISTI A GRUPPO UNITARIO
Rispetto alla tensione vista nella sfida contro la Lazio, qualcosa è cambiato. In campo si sono rivisti incitamenti, gesti di incoraggiamento e persino scuse reciproche per errori banali. Una metamorfosi emotiva, forse stimolata dal vantaggio iniziale, che ha permesso alla squadra di ritrovare il senso del collettivo. Lookman ed Ederson hanno guidato la carica, de Roon a fine gara ha confessato: «Questa settimana ci siamo parlati tanto a Zingonia». Il risultato? Una squadra ritrovata, almeno nello spirito.
IL CAOS DEI CAMBI: ANCORA CONFUSIONE
Non tutto, però, è filato liscio. Al 36’ della ripresa, l’Atalanta ha rischiato un altro imbarazzo gestionale: tre cambi simultanei, tabellone che segnala l’uscita sbagliata (Zappacosta anziché Bellanova) e momenti di stallo prima di correggere l’errore. Dopo il pasticcio contro il Milan, un altro episodio che riaccende i riflettori sull’organizzazione dalla panchina. Evitata la farsa, ma serve più lucidità.
L’Atalanta ha ritrovato la vittoria, ma più che esultare per i tre punti, è il caso di riflettere sul percorso. Tra una produzione offensiva ridotta all’osso, errori gestionali e segnali di risveglio emotivo, resta la sensazione che la squadra sia ancora in cerca del proprio equilibrio. Il gol ha spezzato il digiuno. Ora serve fame vera per affrontare il finale di stagione.
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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