Milan: Theo imperdonabile, ma il disastro ha tanti padri. Inter: il limite della squadra, i rimedi e le solite esagerazioni. Juve: i “carristi” di Motta. E sulle espressioni blasfeme…
Milan: Theo imperdonabile, ma il disastro ha tanti padri. Inter: il limite della squadra, i rimedi e le solite esagerazioni. Juve: i “carristi” di Motta. E sulle espressioni blasfeme… TUTTO mercato WEB
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Oggi alle 00:00Editoriale
di Fabrizio Biasin @FBiasin
Cose a caso sul Milan:
- La qualificazione agli ottavi di Champions era un dovere: per lo status del Milan e quello degli avversari, tra l’altro in formazione largamente rimaneggiata.
- Il fallimento europeo è figlio di un errore del singolo, ma non solo. I rossoneri hanno dovuto giocare i playoff dopo aver regalato la partita di Zagabria e, all’andata in terra olandese, hanno concesso il bis. Un triplo disastro inaccettabile.
- Gli errori dei singoli sono conseguenza del cattivo lavoro della dirigenza: hanno comprato giocatori a raffica in estate, li hanno accantonati a gennaio, hanno mescolato le carte e preso nomi importanti. In tutto questo si sono costantemente dimenticati che i nomi sono importanti, ma la “squadra” di più.
- Chi era il leader della squadra ad agosto? Boh. E ora dopo la rimescolata invernale? Nessuno. Un gruppo senza leader può avere tanti punti di forza ma difficilmente avrà mai un’anima.
- Cambiare un tecnico si può e, a volte, è doveroso. Proporgli un contratto semestrale, però, dice tutto sulle intenzioni: quelle del club che glielo ha offerto e quelle del tecnico che lo ha accettato.
- Theo Hernandez è un calciatore tecnicamente e fisicamente superiore che, però, capisce pochissimo i momenti e le situazioni. Una sciocchezza come quella di ieri è imperdonabile e “i momenti”, ormai, si stanno trasformando in mesi e mesi e mesi. L’estate scorsa il giocatore aveva fatto intendere di avere “problemi contrattuali”: andava venduto. Non lo hanno fatto. Ci hanno provato a gennaio (al Como). Lui ha detto no. Un disastro gestionale di rara, rarissima fattura.
Cose a caso sulla Juve:
- Motta aveva solo bisogno di tempo per ingranare. E di qualche alternativa in più. Questo non significa che non dovrà affrontare altre situazioni complicate, ma di sicuro ha imboccato la strada che permetterà alla sua squadra di crescere.
- Chi lo aveva già silurato, ora è tornato sul carro: un grande classico.
- Sono sempre stato contrario al mercato di gennaio, mi è sempre sembrato il mercato dei bidoni da riciclare. Poi ho visto Kolo Muani e mi sono pentito: eccellente.
- Alla Juve resta un solo vero problema, Vlahovic. Il contratto in scadenza 2026 e l’ingaggio da oltre 10 milioni a stagione fanno prevedere un braccio di ferro estivo non semplice da gestire.
Cose a caso sull’Inter:
- La sconfitta di Torino è brutta soprattutto dopo aver assistito al primo tempo. Se giochi un primo tempo a quel livello, fatichi a comprendere un secondo diametralmente opposto.
- L’Inter non ha sbagliato “la partita” come a Firenze, ha sbagliato il secondo tempo. E se vogliamo è persino peggio, perché significa aver sottovalutato un avversario che, invece, è venuto fuori benissimo alla distanza.
- Non è vero che i giocatori dell’Inter non abbiano “fame” (opinione personale), credo invece che esista un problema legato all’impronta che si riesce a dare alle partite. I nerazzurri giocano un calcio di altissimo livello che produce quasi sempre una marea di occasioni. Il guaio è che un sistema così dinamico (il famoso “calcio posizionale”), in una squadra non giovanissima (eufemismo), comporta cali prestazionali anche drastici nel corso dei 90 minuti. Morale: se non capitalizzi subito, rischi di andare in affanno (soprattutto contro squadre ben organizzate).
- Non è in corso alcuna tragedia. Nel corso di una stagione esistono i momenti. L’Inter ne sta attraversando uno complicato, ma ha tutti gli strumenti per superarlo. Soprattutto, deve ritrovare la verve di alcuni suoi giocatori fondamentali, Calhanoglu su tutti.
- Chi fa un paragone con la passata stagione commette un errore: quello è stato un unicum irripetibile, anche solo perché le avversarie si sono rinforzate, e pure di tanto. Si chiama “competizione” e prevede che esistano ostacoli anche parecchio alti da superare. Riuscirci è dovere di una squadra matura.
Cose a caso sull’Atalanta:
- Anche l’Atalanta lascia l’Europa e non era nelle previsioni. E, però, ce l’ha messa davvero tutta.
- 3,57 expected goals vs. 1.15 del Brugge e 1-3 finale: incredibile.
- Questa sconfitta significa solo una cosa: la Dea, già in corsa per lo scudetto prima di ieri, da oggi lo sarà ancora di più.
Cose a caso sulle bestemmie dei calciatori:
- È bello vedere/sentire calciatori bestemmiare come portuali marsigliesi? No, e non è solo una questione di “rispetto religioso” ma anche solamente di buona educazione.
- Ha senso la regola che impone la squalifica per blasfemia? No, perché non potrà mai essere “giusta”. Squalifico uno, me ne fotto di quell’altro, uno l’ho sentito, l’altro l’ho solo visto, uno è importante, l’altro chissenefrega. Una presa in giro.
- Lautaro ha sbagliato? Certo che sì. Ma del caso-Lautaro parliamo perché siamo sensibili o perché la sua squalifica avrebbe parzialmente spostato gli equilibri nella sfida scudetto? Ognuno in cuor suo conosce la risposta.
- Il rispetto della regola dovrebbe comportare squalifiche nell’ordine delle dozzine di calciatori a settimana e, invece, nulla accade. Oppure accade in Serie B, ché tanto lì non protesta nessuno e si può infierire. Quanta ipocrisia.
Cose a caso sul Napoli:
- Il pareggio con la Lazio è un gran pareggio, perché ottenuto contro una squadra costruita bene e in buona salute.
- La resilienza delle squadre contiane è da sempre il loro vero punto di forza: riuscire a resistere in un momento di difficoltà (non esistono le stagioni perfette) significa poter guardare al futuro con legittimo ottimismo.
- Occhio alla trasferta di Como. La squadra di Fabregas gioca un calcio di alto livello che rispecchia pochissimo la sua classifica.
Cose a caso su cose a caso:
- Javier Zanetti e il babbo di Nico Paz sono buoni amici, ma questo significa nulla. Per riuscire a portare ad Appiano il giovane fenomeno (sì, lo è) bisogna passare dal Real e pure dal Como, che ha risorse e argomenti importanti. L’unico modo per vederlo in nerazzurro passa dalla volontà del giocatore stesso, ma è tutto decisamente prematuro.
- Se Pinamonti si chiamasse Pinamountains avrebbe lo stesso numero di convocazioni in azzurro, ma molta più considerazione.
- Si mette malissimo in ottica ranking europeo. Salvo miracoli, avremo 4 squadre nella prossima Champions: si salvi chi può.
- Achille Lauro, Bresh, Rkomi, Lucione Corsi, Brunori e i Cuoricini dei Coma_Cose: a me piacevano queste qua.
Autore: Red. TuttoAtalanta.com
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