REAL MADRID (4-3-3): Courtois; Vasquez, Rudiger, Nacho, Garcià; Kroos, Modric, Camavinga; Bellingham, Joselu, Vinicius
JUVENTUS (3-5-2): Szczesny; Alex Sandro, Bremer, Danilo; Weah, Miretti, Locatelli, McKennie, Kostic; Chiesa, Kean.
I bianconeri di Massimiliano Allegri hanno chiuso la tournée estiva americana con il test contro il Real Madrid, in una caldissima Orlando. La Juventus - che non aveva giocato la prima amichevole negli USA contro il Barcellona a causa di un virus intestinale che colpì alcuni calciatori blaugrana - si trovava dunque alla sua seconda uscita stagionale. I ragazzi di Ancelotti invece, più avanti di condizione con LaLiga che inizierà tra nove giorni, sotto 0-2 dopo un avvio quasi perfetto della Juve, non sono riusciti a ribaltare il risultato, finendo con il 70% di possesso palla e con il doppio delle conclusioni bianconere.
Nel primo tempo Allegri ha schierato la Juventus con un 3-5-2, che in fase difensiva diventava 5-3-2, un classico de suo ultimo periodo. Ottima prima mezz'ora dei bianconeri, che dopo 1' erano già in vantaggio con Kean. Pressione alta iniziata da Alex Sandro, palla recuperata e gestita alla perfezione al limite dell'area avversaria da Chiesa, con il classe 2000 pronto a ribadire in rete un tiro sul palo di Mckennie, apparso attivo e propositivo: uno dei migliori.
Fiducia e carica dopo dopo il vantaggio lampo per la Juventus, che nei successivi 10 minuti ha alzato il ritmo ed ha creato. Chiesa aveva voglia di spaccare il mondo ed ha provato un paio di volte la conclusione, senza precisione, dopo aver superato l'avversario facilmente. Moise Kean invece - oltre al gol - ha gestito molto bene diversi contropiede, ha duellato, ha giocato nello stretto, aiutando sempre la squadra in fase difensiva, mostrando sopratutto una presenza mentale all'interno della gara importante, da sottolineare.
Subito coinvolto - a destra - anche Weah. L'asse statunitense, negli USA, con Mckennie ha funzionato. Ed ha portato anche al gol del raddoppio, al 20', al termine di un'ottima azione della Juventus, che ha coinvolto prima Locatelli, poi Chiesa. A sinistra. invece, Kostic ha inciso poco, non risultando quasi mai pericoloso. In quella zona di campo, spesso e volentieri, c'era Chiesa a volere e a prendere il pallone.
Dopo il cooling break, alla mezz'ora, la squadra di Allegri si è abbassata troppo, concedendo diverse chance al Real Madrid che al 38' con Vincius Jr ha accorciato le distanze. Il brasiliano in campo aperto - lanciato da un passaggio di Toni Kross, alla Toni Kross - ha superato Szczesny con un dolce 'scavetto'. Il tasso tecnico delle Merengues si è alzato, come anche l'intensità e il numero dei palloni gestiti: una volta trovata la rete, gli spagnoli hanno sempre avuto in mano il pallino del gioco, comandando la partita.
In generale, nel primo tempo, non benissimo Alex Sandro con alcune sbavature difensive (di vario genere) e Miretti, in ombra in mezzo ai campioni del Real che quando gestivano il possesso, lo facevano a modo loro. La Juventus, sopratutto nell'ultima parte della prima frazione, difendeva bassa, per poi provare a ripartire per cogliere il Madrid mal posizionato, o magari in inferiorità numerica. Ed è successo, come nell'azione del gol del 3-1 di Vlahovic. Ma ci arriveremo.
In fase di aggressione la Juve è andata alta, a tratti senza timori - almeno all'inizio, come concetto per approcciare il match - a prendere l'avversario. Sul finale di tempo, poi, la stanchezza si è iniziata a far sentire, le distanze (sia tra i reparti, che tra i calciatori stessi da marcare) sono aumentate, è aumentata la pressione e il pericolo perchè il Real aveva preso campo, e si cercava spesso il retropassaggio quando si aveva il pallone, piuttosto che la giocata offensiva. Ciò che negli ultimi cinque anni dalle parti dello Stadium, si è visto diverse volte
Si è vista, però, anche qualche gestione pulita del possesso e qualche automatismo "consolidato", o almeno provato e messo in atto. Sul binario destro sopratutto. Bene Szczesny, che ha sventato diversi tiri da fuori, specie dei difensori: Nacho e Rudiger sono stati pericolossisimi dai 20-25 metri, con i bianconeri molto schiacciati.
Il secondo tempo è stato di stampo blanco: il Real Madrid ha provato a scardinare il muro difensivo della Juventus, che però ha retto. Fino alla fine. Trovando nel finale il contropiede vincente e le giocate giuste, da parte di Soulé e Vlahovic. Due dei volti nuovi della ripresa. Fino al 65' dominio totale, poi i bianconeri hanno provato a reagire soffrendo comunque ancora, ma spaventando Courtois, Il Real Madrid ha avuto in campo la squadra titolare fino al 63', quando Rodrygo ha sostituito uno spento Joselu. Era un'amichevole, ma non proprio un'amichevole. Un test, in cui Ancelotti ha fatto le prove semi-generali, in attesa di ulteriori sviluppi dal mercato, e in vista del campionato.
Tantissimi i tentativi da fuori area delle Merengues, 27 i tiri totali. Di cui 7 in porta e 11 fuori. Ma o Szczesny, o l'imprecisione a tratti millimetrica, o le gambe dei difensori della Juventus, non hanno permesso al pallone di entrare in rete. Ne recupero, poi, il più classico dei gol in contropiede. Segnato dall'uomo più atteso, Vlahovic.
L'attaccante serbo è entrato al 77' al posto di Chiesa, si è calato subito nel match a suo modo, provando subito a rendersi protagonista. Soulè, invece, che gli ha servito l'assist, è stato uno tra i più positivi dei bianconeri entrati nel secondo tempo, con guizzi e scelte giuste, come spesso gli capita quando viene chiamato in causa. Tanti cambi per Allegri nel secondo tempo, anche in porta, con Pinsoglio a difendere i pali bianconeri. Iling è stato provato subito da mezz'ala sinistra, Gatti e Cambiaso in difesa (l'ex Bologna ha mostrato in un paio di circostanze le sue qualità), e Milik davanti.
Il polacco è stato servito pochissimo ed ha gestito male i palloni che gli sono arrivati. E' stato anche ammonito. Una delle poche prestazioni "negative", insieme forse con Barrenechea. Che avrebbe causato il rigore del possibile 2-2 se ci fosse stato il VAR, a sorvegliare.
Meglio, invece, gli ingressi di Nicolussi Caviglia e Hojusen. Il centrocampista sta maturando, ha messo minuti importanti nelle gambe facendo esperienze di livello, e tratta il pallone "alla Fagioli". Il difensore sta crescendo, queste partite servono anche per l'autostima. Ha stoffa e un piede educato, oltre ad uno stacco di testa interessante.
Nel Real Madrid Bellingham sta entrando in condizione, va a spasso alla ricerca della posizione giusta da cui poter partire ed inventare e - potenzialmente - è in grado di trovarla ovunque. L'intesa con Modric è naturale, Kroos parla la stessa lingua calcistica degli altri due, e Camavinga potrebbe vivere una delle stagione "più divertenti" (per un centrocampista) della sua carriera. Si sente però. l'assenza di un certo Karim Benzema. Joselu, almeno nei primi 45', si è visto pochissimo. Ha sprecato un occasione ed avrà modo di rifarsi: sa di poter contare su rifornimenti continui e di qualità eccelsa, Bene il terzino sinistro Fran Garcìa, tornato in blanco dopo l'esperienza al Rayo Vallecano (classe 1999).
Allegri batte Ancelotti in un'amichevole d'agosto, che non è mai soltanto un'amichevole d'agosto.
Autore: Red. TuttoAtalanta.com
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