Ben ritrovati. Uh, che settimana. La riassumiamo con tutta una serie di personalissime (e come sempre perdibilissime) analisi.
I numeri di Lukakone
Lukaku ti può stare simpatico oppure no, ma cosa gli vuoi dire? Siamo a 12 gol e 10 assist in stagione, roba per pochissimi. Il tutto realizzato da uno che per gran parte della stagione è stato additato come quello “non più all’altezza”. Alla faccia! Il Napoli che insegue lo scudetto ha diverse frecce al suo arco – da McTominay, all’eccellente Meret – ma ha anche (e forse soprattutto) un tizio là davanti non affidabilissimo quando si tratta di mantenere promesse (eh beh…), ma fenomenale quando si tratta di fare “fatti” in campo.
Mirino su Tare
Dopo diverse settimane siamo infine tornati a Tare. E stiamo parlando del possibile, futuro ds del Milan. Furlani prende tempo ed è normale che sia così, ma l’incontro con l’ex dirigente della Lazio aumenta le possibilità che il prescelto sia proprio lui. La sensazione è che il management rossonero stia temporeggiando in attesa di capire se si possa arrivare a qualcuno tra i profili attualmente sotto contratto (D’Amico su tutti), l’inutile parere personale è che se alla fine dovesse arrivare proprio Tare… sarebbe un’ottima pescata.
La coreografia della Lazio
Del derby di Roma bisognerebbe parlare per i minchioneschi incidenti di chi ancora ama fare casino nei pre partita (pensa te che voglia) ma è decisamente meglio dare risalto ad altro, per esempio a una coreografia - quella dei tifosi laziali - destinata a restare: bellissima.
Il futuro di Inzaghi
Oggi l’Inter si gioca l’accesso alla semifinale di Champions: forse ce la farà, magari no (in fondo affronta il Bayern Monaco, mica l’oratorio Sanmarzano) e però c’è chi mette in dubbio la conferma di Inzaghi “perché deve vincere”. Come se fosse un obbligo, come se non bastasse aver fatto esattamente quello che deve fare un tecnico di grande club: tenere in corsa la sua squadra su tutti i fronti e il più a lungo possibile. Se arrivi ai quarti di Champions, in semi di Coppa Italia e ti giochi lo scudetto, significa che ci sei riuscito. Il resto è una questione di dettagli che ovviamente sposterà i giudizi tra chi ama far caciara, ma non lo farà tra coloro che hanno un filo di sale in zucca.
Tonali e Fagioli
L’altro giorno il ministro Abodi ha tuonato: “La maglia azzurra deve essere espressione del valore tecnico, ma anche del comportamento morale, che deve addirittura precederlo (...) Se vieni meno a delle regole che sono esemplari, bisogna andare al di là della sanzione”. E senza nominarli ha puntato il dito contro Fagioli e Tonali (anche se poi è arrivata la precisazione, “non mi riferivo a loro”), tornati alla ribalta delle cronache per fatti che sono costati mesi e mesi di squalifica già scontata. Bene. Sapete perché il calcio italiano sta ancora a galla? Perché campa con i soldi delle agenzie di scommesse. Sapete quanti club godono di sponsorizzazioni primarie o anche solo marginali con le agenzie di scommesse? Praticamente tutti. C’è qualcosa di male? No, al limite solo l’ipocrisia di un sistema che finge di non vedere e non sapere, un sistema che alimenta il vizio – per forza, ci campa! – ma poi rigetta chi ci casca. Suvvia, un po’ meno ipocrisia.
Il cronometro al 90’
Io vorrei proprio sapere perché nel 2025 i cronometri negli stadi, quelli che compaiono sui tabelloni, non vanno mai oltre il 90°. Si fermano lì, ci lasciano appesi, ci impediscono di sapere a che punto del recupero siamo. Quali sono i poteri forti che impediscono ai cronometri degli stadi di andare oltre il 90esimo? Mistero…
Autore: Red. TuttoAtalanta.com
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