Nell'analisi approfondita del post-gara di Sky Calcio Club, guidato come sempre con sapienza da Fabio Caressa, l'Atalanta è stata radiografata nei suoi punti più dolenti. Gian Piero Gasperini resta terzo, è vero, ma il terzo ko consecutivo—e soprattutto lo 0 in casella dei gol segnati nelle ultime tre gare—solleva più di una perplessità. Lo fa emergere con chiarezza la lente critica di Luca Marchegiani, Beppe Bergomi, Stefano De Grandis e Giancarlo Marocchi, tra dati in calo e scelte discutibili. È una crisi di identità tecnica e tattica, confermata dai dati più recenti.
Numeri allarmanti: l'Atalanta si è smarrita
La Dea che aveva impressionato fino a dicembre 2024 oggi presenta numeri pesantissimi, fotografati con precisione da Sky Sport. Gli Expected Goals (xG) creati sono calati del 27%, segnale evidente di una produzione offensiva sempre più sterile. La situazione peggiora drammaticamente se guardiamo alle grandi occasioni da gol, dimezzate rispetto a pochi mesi fa (-51%). Significa che la squadra non soltanto segna meno, ma fatica terribilmente anche solo a costruire vere occasioni da rete.
Anche la fase difensiva traballa: gli xG concessi agli avversari sono aumentati del 44%, dato aggravato dall'impennata (+87%) dei gol attesi concessi da contropiede, sintomo di squilibri tattici evidenti e preoccupanti. Infine, un calo significativo nei duelli vinti (-12%) chiude il cerchio di una squadra che, nei fondamentali agonistici, sta perdendo terreno.
L’episodio emblematico: il pasticcio dei cambi
Nell'approfondimento di Sky si discute inoltre su un episodio significativo: la sostituzione involontaria di Ademola Lookman contro la Lazio. Gasperini ha spiegato il clamoroso errore tecnico («Doveva uscire Ederson, non Lookman») parlando di una semplice incomprensione. Ma questa leggerezza appare grave per una squadra che ha sempre fatto dell'organizzazione e della chiarezza tattica il suo marchio di fabbrica.
In una gara complessa e bloccata, rinunciare contemporaneamente a Lookman e soprattutto Mateo Retegui (capocannoniere e principale riferimento offensivo) sia stata una scelta azzardata, quasi incomprensibile. Daniel Maldini, entrato proprio al posto di Retegui, ha caratteristiche diverse: in quel momento l'Atalanta aveva bisogno di un centravanti di peso, che tenesse sotto pressione la difesa avversaria.
Il dogma rigido dei cinque cambi
Gasperini, interrogato sui cambi frequenti, ha risposto ribadendo che è una prassi ormai consolidata: «Tutte le squadre cambiano gli attaccanti, lo facciamo anche noi». Luca Marchegiani però chiarisce subito che non tutti seguono questa linea così rigidamente, soprattutto in gare in cui non si gioca ogni tre giorni. L’Atalanta ha fatto dei cambi offensivi un suo punto di forza, certo, ma poteva permetterselo quando c'erano Zapata, Muriel e Højlund. Oggi il cambio tecnico e qualitativo, con tutto il rispetto, appare troppo evidente e penalizzante, come evidenziato da Marocchi in studio.
Quale futuro per la Dea?
L'analisi di Sky Calcio Club apre una riflazione più ampia: l'Atalanta deve decidere urgentemente quale sia la sua vera dimensione. I numeri, le scelte tecniche e i risultati recenti dipingono una squadra che sembra smarrita, confusa, lontana parente della squadra brillante e aggressiva ammirata nel girone d'andata.
Gasperini è ancora in tempo per raddrizzare la rotta. La Dea, però, deve ritrovare se stessa, perché questi numeri non mentono e rischiano di compromettere definitivamente gli obiettivi stagionali. Per uscire dalla crisi, l’Atalanta deve recuperare prima di tutto un'identità che oggi sembra drammaticamente persa fra equivoci tattici e scelte tecniche difficilmente comprensibili.
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Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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