La Dea sta procedendo a gonfie vele dopo un periodo un po’ opaco. Una grande prestazione, sorretta dalla grande gara di Consigli, ha permesso ai nerazzurri di incamerare un altro punticino prezioso per la classifica. Domenica si presenterà un’occasione d’oro per fare l’ennesimo balzo in classifica verso la salvezza: arriva il Parma.
I ducali diretti da Donadoni sono tra i seguaci del nuovo credo della difesa a tre. Hanno affrontato la caracollante Fiorentina nel recupero infrasettimanale riacciuffando il pareggio nei minuti finali nonostante fossero passati in vantaggio e per buona parte del match abbiano tenuto in mano le redini della partita. I gialloblu espongono un buon calcio dotato di tecnica ma soprattutto di grande velocità.
ANALISI DELLA SQUADRA
A guardia della porta ci sarà un buon portiere come Mirante. Davanti a lui l’ennesima difesa a tre composta da Zaccardo, Paletta e Lucarelli. Il primo è più adatto a fare il terzino ma un buon tempismo nel gioco aereo e un ottimo senso della posizione ne fanno un discreto centrale. Gli altri due sono due centrali vecchia maniera, forti fisicamente e bravi nelle marcature. Nel complesso è una retroguardia affidabile. Un nota per il brasiliano dell’Inter Jonathan che a gennaio stava per rifiutare il trasferimento in Emilia Romagna perché la considerava una squadra troppo piccola e ora fa più che altro lo spettatore non pagante dalla panchina.
A centrocampo il gioco si svolge prevalentemente sulle fasce laterali presidiate da Biabiany sulla destra e da Modesto sulla sinistra. Il francese è dotato di una velocità bruciante e tecnicamente non è niente male, nel Parma sta trovando la sua dimensione sfornando buone prove e si sta applicando anche in fase di copertura. I centrali sono Mariga, Musacci e Galloppa. Il kenyota è stato un completo flop all’Inter e dopo qualche mese di esilio in Spagna è tornato all’ovile in quel di Parma: chi lo avvicinava a Vieira ha cominciato fortunatamente a tacere.
In attacco l’eterna promessa Okaka è affiancato dal talentuoso Giovinco. Lo spilungone ex Roma garantisce un bel peso specifico in avanti, tiene occupati i difensori con la sua mole ma oltre a questo non sembra particolarmente pericoloso in fase realizzativa. E’ giovane e gode di grande considerazione nell’ambiente pallonaro: per quel che mi riguarda devo ancora capirne il motivo… Il suo compagno d’attacco ha il problema opposto: la classe è indiscutibile e il talento non si discute ma il tutto però è accompagnato da un fisico minuto. Purtroppo per lui non si chiama Leo Messi quindi la sua statura probabilmente limiterà la sua carriera a livello di grandi club, come è successo per esempio a Miccoli. In un mondo dove si va sempre più verso il calciatore medio del futuro alto 185 cm e del peso di 80 kg i suoi 164 cm però riportano a storie passate dove Maradona, Sivori, Zola e altri erano il motivo per cui si pagava il biglietto allo stadio.
IL MOMENTO
Entrambe le squadre stanno attraversando un buon momento di forma. I ragazzi agli ordini di Donadoni sviluppano un buon calcio ma faticano a chiudere le partite poichè il loro numero 10 è l’unico vero braccio armato che hanno a disposizione, l’intera formazione dipende molto dalla vena realizzativa di Sebastian. I gialloblu fanno della velocità la loro caratteristica più evidente: Biabiany, Modesto e Giovinco sono degli scattisti nati, difficili da prendere.
Questa giornata di campionato vede le parigrado della Dea affrontare tutte partite difficili dalle quali difficilmente coglieranno punti (Chievo – Inter, Napoli – Cagliari, Milan – Lecce, Lazio – Bologna, Genoa – Juventus), è la situazione ideale per lanciarsi sempre più svelti verso oltre i quaranta punti necessari per sentirsi in salvo.
La gara di domenica dovrà necessariamente essere affrontata come una finale: in caso di vittoria l’Atalanta staccherebbe il Parma di ben cinque punti in classifica e invischierebbe sempre di più i parmensi nelle sabbie mobili della zona retrocessione; mentre al contrario verrebbe superata da una diretta concorrente e questo i ragazzi di Colantuono non lo devono permettere.
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