La partita di domani tra Atalanta e Bologna, ore 12.30 al Gewiss Stadium, non è soltanto uno scontro diretto per la Champions, ma anche un vero e proprio derby dei direttori sportivi più apprezzati della Serie A: Tony D’Amico da una parte, Giovanni Sartori dall’altra. Entrambi premiati recentemente come migliori dirigenti sportivi, entrambi corteggiati dal Milan, entrambi protagonisti di operazioni di mercato capaci di trasformare squadre ordinarie in realtà da vertice.
IL «RE MIDA» SARTORI
Sartori, ribattezzato il «Re Mida del calcio italiano», ha costruito buona parte delle fortune dell’Atalanta prima di esportare il suo modello vincente a Bologna. Nei sette anni bergamaschi sono stati tantissimi i suoi colpi di genio: da Muriel a Zapata, da Gomez a Ilicic, ma soprattutto operazioni straordinarie dal punto di vista economico, come quelle di Kessie (acquistato per 1,5 milioni e ceduto per 32 al Milan), Gosens (da 1,17 milioni a 25 all’Inter) o ancora Kulusevski (preso per 3 milioni e venduto a 35 alla Juventus).
A Bologna, Sartori non ha perso la mano - analizza approfonditamente Il Corriere di Bergamo -: Castro, comprato a 12 milioni, ne vale già 40; Odgaard, prelevato per 4,2 milioni, è esploso a quota 25. E poi Calafiori, strappato al Basilea per soli 4 milioni e rivenduto all’Arsenal a 50 milioni, e Zirkzee, acquistato per 8,5 milioni e ceduto allo United per 44. Intuizioni vincenti, capaci di generare plusvalenze che alimentano sogni europei concreti.
L’INTUITO DI D’AMICO
Sul versante opposto, Tony D’Amico, approdato a Bergamo nell’estate 2022 dopo aver costruito il miracolo Hellas Verona, è un altro specialista nel fiutare grandi affari. Kumbulla, Amrabat e Rrahmani sono stati i colpi più brillanti in gialloblù, operazioni che hanno fruttato milioni in plusvalenze (oltre 25 per Kumbulla, quasi 7 per Amrabat).
All’Atalanta ha proseguito sulla stessa linea, inanellando acquisti di spessore che hanno fatto la differimza anche in Europa: Ederson, preso a 25 milioni, oggi ne vale più di 60, mentre Hien è passato dagli 8,5 milioni versati al Verona ad una quotazione superiore ai 30 milioni. Il capolavoro però resta Rasmus Højlund, strappato allo Sturm Graz per circa 17 milioni e rivenduto allo United per ben 74. E non è finita, visto che Retegui e De Ketelaere hanno già raddoppiato il loro valore rispetto all'investimento iniziale.
IL MILAN ALLA PORTA
Non sorprende che i rossoneri, alla ricerca di una nuova figura di riferimento per l’area tecnica, abbiano messo gli occhi proprio su questi due «magi» del mercato italiano. Entrambi, tuttavia, restano legati contrattualmente alle loro società attuali fino al 2027, anche se nulla esclude possibili colpi di scena futuri, specialmente se il progetto rossonero si rivelasse convincente.
IL MODELLO DA SEGUIRE
Quella tra D’Amico e Sartori è anche la sfida tra due modelli societari simili e virtuosi, in cui scouting e valorizzazione dei talenti sono il cuore pulsante. Bologna e Atalanta sono diventati esempi per tutta la Serie A, dimostrando che si possono raggiungere risultati eccellenti non soltanto con grandi budget, ma soprattutto con competenza e intuito.
L’ULTIMA PAROLA AL CAMPO
Domani, sul prato del Gewiss Stadium, saranno i giocatori scelti da questi due direttori sportivi a decretare il vincitore della sfida nella sfida. Non è un caso che in campo ci sarà anche Freuler, riportato da Sartori a Bologna dopo essere stato tra i simboli della grande Atalanta, in un incrocio di destini affascinante.
Sartori e D’Amico, due «Re Mida» che trasformano tutto ciò che toccano in oro: domani saranno avversari per novanta minuti, ma poi continueranno a essere protagonisti assoluti delle strategie future del calcio italiano.
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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