L'Atalanta arriva al cinema con un film destinato a entrare nel cuore dei tifosi. In occasione dell'uscita di «Atalanta. Una vita da Dea», prevista fra cinque giorni, il regista Beppe Manzi ha concesso una lunga intervista a L’Eco di Bergamo, svelando i retroscena della pellicunla che ripercorre la settimana più incredibile della storia nerazzurra: le due finali del maggio 2024. In questa prima parte dell'intervista, Manzi ci guida dietro le quinte della sua opera, tra emozioni, scelte difficili e aneddoti sul set.

Dalle interviste più emozionanti ai retroscena inediti, ecco come i calciatori e Gasperini sono diventati protagonisti anche sul grande schermo. Ecco quanto evidenziato da TuttoAtalanta.com 

Avete intervistato ben 25 persone tra calciatori, dirigenti e commentatori: chi l’ha colpita di più?
«Scamacca è stato esilarante, con quel suo accento romanesco e una battuta sempre pronta. Lookman invece mi ha stupito per la sua naturalezza: sembrava nato per stare davanti alla cinepresa, un vero attore. Poi ci sono stati i tre capitani, capaci di emozionarsi davvero e commuovere tutta la troupe».

Avete preferito lasciare le interviste spontanee o avete dato ai giocatori una traccia?
«Abbiamo scelto volutamente di non anticipare le domande. Così facendo abbiamo catturato tutta la spontaneità dei ragazzi. Certo, qualcuno dopo avrebbe voluto aggiungere dettagli dimenticati sul momento, ma era importante preservare quella sincerità immediata».

C’è stato qualche giocatore più complicato da intervistare?
«Con Ederson abbiamo avuto meno tempo rispetto agli altri, ma è stato comunque bravissimo. Tra l’altro, è proprio sua la frase che meglio riassume tutta quella straordinaria settimana vissuta dall’Atalanta».

Avrebbe voluto coinvolgere altri giocatori storici, come Gomez e Zapata, che però non compaiono nel film?
«Sicuramente Papu e Zapata meritavano spazio per il ruolo fondamentale che hanno avuto in questi anni. Ma alla fine, per ragioni pratiche, non era possibile dare a tutti il giusto approfondimento. Per fortuna nel montaggio finale curato da Luca Previtali abbiamo inserito un bellissimo abbraccio fra loro due che vale più di mille parole».

I giocatori sono stati intervistati in divisa ufficiale e tutti nello stesso luogo. Una scelta precisa per comunicare qualcosa di speciale?
«Assolutamente sì. Ho voluto sottolineare con forza il senso di appartenenza all’Atalanta. È una scelta che rispecchia perfettamente lo spirito di questo gruppo e il rapporto unico che questi calciatori hanno con la maglia nerazzurra».

Lei è tifoso e bergamasco. Quanto ha inciso questo sul modo in cui ha raccontato la storia?
«Credo sia stato un vantaggio. Molti mi hanno detto che dal film emerge chiaramente quanto siamo immersi nella storia raccontata. Certo, a volte l’eccessivo coinvolgimento può rischiare di compromettere l’equilibrio narrativo, ma grazie al supporto e ai consigli dei miei collaboratori siamo riusciti a mantenere la giusta misura tra passione e obiettività».

Le prenotazioni stanno andando molto bene, addirittura meglio dei film su Inter e Napoli: se lo aspettava?
«Onestamente è stata una sorpresa molto piacevole. Siamo felici e orgogliosi di vedere quanto il film stia riscuotendo interesse ancora prima della sua uscita ufficiale».

Quella raccontata da Manzi è una storia che nasce dalla passione, cresce con il talento e si concretizza nella celebrazione di un’impresa unica. Ora non resta che aspettare l’uscita nelle sale per vivere insieme le emozioni che solo l’Atalanta sa regalare.

© foto di atalanta.it
Sezione: Rassegna Stampa / Data: Sab 12 aprile 2025 alle 23:00
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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