In ricordo do Papa Francesco, La Gazzetta dello Sport ha intervistato la bandiera dell'Inter, oggi vicepresidente del club, Javier Zanetti: "Primo pensiero dopo la scomparsa di Bergoglio? Ho chiuso gli occhi e ho ripensato al nostro primo incontro in Vaticano, dov’erano presenti anche mia moglie e i miei figli. Fu un’emozione inspiegabile: mi ritrovai di fronte una persona umile, aperta, molto amichevole. Un uomo semplice che mi raccontò di quando giocava a basket e del suo rapporto con lo sport. Stringemmo subito un legame importante. Gli consegnai una maglietta dell’Inter e mi ritrovai a parlare con lui dei Mondiali giocati con l’Argentina

Cosa le chiese?
"Di realizzare qualcosa di così grande da unire le religioni, radunando campioni e stelle da tutto il mondo. Accettai subito ovviamente con grandissimo orgoglio. Mi misi a disposizione per poter concretizzare questa idea attraverso la mia fondazione, di cui avevamo parlato a lungo. Alla fine, quella gara fu trasmessa in televisione in più di venti Paesi. C’erano tutti: Del Piero, Totti, Valderrama, Maradona, Simeone. Fu un grande evento. Non solo per la partita, ma anche per il messaggio di unione che inviò a tutto il mondo".

Che cosa ha rappresentato Bergoglio per voi argentini?
"Un punto di riferimento. Ha reso la Chiesa più semplice, più vicina a tutti noi. Ricordo ancora il suo primo discorso, quando alla fine dell’Angelus disse: “Buona domenica e buon pranzo”. Ha azzerato le distanze. Papa Francesco è stato soprattutto questo: umiltà e lungimiranza".

Qual è stata, infine, la sua più grande qualità?
"Il non creare alcun tipo di distanza. In tutti i nostri incontri mi ha trasmesso un senso di amore e di vicinanza. Parlavamo la stessa lingua, sembrava quasi... “uno di noi”".

Sezione: Rassegna Stampa / Data: Mar 22 aprile 2025 alle 08:49
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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